1. Effetti indesiderati e difficoltà di comunicazione

Si presenta al centro vaccinale (CV) una coppia di giovani pakistani.

Operatore: Buongiorno, posso essere utile?

Lei, in avanzato stato di gravidanza, presenta una richiesta del ginecologo per la vaccinazione difterite-tetano-pertosse.

Operatore: Parlate italiano oppure inglese?

La difficoltà di comunicazione è totale: la mamma non conosce l’italiano, il papà stenta poche parole.

I due si guardano, ma non rispondono.

Dai documenti del ginecologo deduciamo che il parto è previsto tra 1 mese e mezzo.

Preferiamo vaccinarla subito, anche senza appuntamento, per evitare ritardi. È infatti più saggio vaccinare che spiegare di ritornare.

Operatore: Firmate i consensi (NdA non si sa che valore abbiano, vista la barriera linguistica) e procediamo con la vaccinazione.

La mattina successiva troviamo la coppia davanti alla porta del CV, ancora chiuso. La futura mamma ha una faccia preoccupata e indica il braccio sede della vaccinazione.

Operatore: Venite in ambulatorio che controlliamo.

Tutto l’arto superiore (braccio, avambraccio e mano) risulta tumefatto, arrossato, caldo, dolente e sulla cute si presentano lesioni estese, rosso violacee, con un cercine rilevato. La diagnosi risulta ancora più difficile considerando la cute olivastra della ragazza. Le condizioni generali sono buone, la mamma è apiretica e, a parte la preoccupazione, non c’è altro da rilevare.

Ci confrontiamo tra noi: nessuno ha mai visto una reazione locale del genere, nonostante tutti gli operatori abbiano un’esperienza più che decennale.

Operatore: Potrebbe trattarsi di orticaria emorragica.

È pressoché impossibile spiegarsi; proviamo anche con google translator, meglio di niente. Prescrivo compresse di antistaminico, borsa del ghiaccio e chiedo di ritornare la mattina successiva per nuovo controllo. La coppia se ne va, ma non sono tanto tranquilla sul fatto di essermi spiegata al meglio e di essere stata capita da loro. Non sono convinta neppure della diagnosi.

Il giorno successivo la situazione non è cambiata molto, se non per una modesta riduzione dei sintomi locali. Propongo di tornare nuovamente il giorno successivo e continuare la terapia.

Intanto prosegue il confronto tra noi operatori: guardiamo tutte le immagini di reazioni locali che riusciamo a reperire. Non so cosa pensare e mi prefiggo di contattare il collega dermatologo che visita al piano inferiore.

Il giorno successivo non si presenta nessuno. Preoccupata chiamo l’unico numero telefonico datoci dal papà ma non risponde. Immagino di tutto e continuo a richiamare e così anche il giorno successivo. Insomma, sembravano spariti nel nulla.

Ci siamo chiesti cosa mai fosse successo e dove avessimo sbagliato.

La risposta arriva dopo alcuni mesi quando la mamma si presenta per la vaccinazione della piccola Shazia. La signora continua a sorridere e dice solo “bene, bene, bene”. Controllo comunque il braccio che è perfettamente guarito, senza alcun esito.

La piccola è splendida, la mamma felice.

Il numero di telefono a cui chiamavamo era sbagliato!

In tanti anni di lavoro non mi è mai capitato di vedere la fantomatica reazione di Arthus, studiata sui libri. Sarà stata quella? Era, però, troppo estesa e dalle immagini recuperate in rete non sembrava paragonabile a quella della signora. Oppure si è trattato effettivamente di orticaria emorragica?

Se dovesse avere una nuova gravidanza sarebbe opportuno vaccinare al CV? Oppure meglio somministrare il vaccino in ambiente protetto o addirittura non vaccinare?

Intanto procediamo con la piccola Shazia. Mi confronterò con chi ne sa più di me per fornire alla mamma una risposta corretta.






2. Eathan

I genitori hanno meno di 40 anni, in 2.

Il papà è un ragazzone di origine etiope, adottato da una famiglia italiana, la mamma un’adolescente di 16 anni. Entrambi vivono con le famiglie di origine. Lui lavora presso una agenzia immobiliare e lei studia alle superiori. Fa molta tenerezza e alla domanda “come va?” mi risponde precisissima, controllando sul telefonino le cure, i pasti, la crescita di Eathan.

Senza troppi preamboli il papà dice che sono in disaccordo. La mamma vuole accettare completamente la proposta vaccinale mentre il papà è del tutto contrario.

Operatore: Mamma e papà dovete giungere a un accordo, altrimenti non possiamo procedere con le vaccinazioni.

Mamma: (rivolgendosi al papà): Te lo chiedo per l’ultima volta, facciamole!

Operatore: (al papà): Posso darti del “tu”? Sei così giovane… Spiegami qual è la tua preoccupazione se vacciniamo Eathan.

Papà: Tengo molto a mio figlio e ho paura che i vaccini siano troppi e neanche necessari, vorrei decidere al meglio.

Operatore: Il fatto che tu sia qui, dimostra che ci tieni e anche che vuoi capire di più. Sono molto contenta che tu sia venuto.

L’operatore spiega nel modo più semplice e chiaro possibile l’utilità delle vaccinazioni. La mamma annuisce e spera che lui si convinca. Dopo tante domande, e tante risposte, mi sembra di capire che il papà voglia far valere la sua posizione di maggiorenne nei confronti della mamma minorenne (e forse anche nei confronti della famiglia di lei? Forse i genitori non vedono di buon occhio la relazione tra i due?).

Alla fine comunque, faticosamente, otteniamo il consenso per le vaccinazioni obbligatorie per legge.

Operatore: Bene, oggi iniziamo con l’esavalente. Mettete la firma sul consenso, dal momento che siete qui entrambi, firmate tutti e due. Se non è un problema, vi darei anche l’appuntamento per la vaccinazione raccomandata contro la meningite B, senza nessun impegno. Se tutto andrà bene, come succede nella stragrande maggioranza dei casi, e tu papà ci ripensi, presentatevi anche per quella. Poi magari vedremo di recuperare anche le altre. Vi lascerei un po’ di materiale da leggere nel frattempo e dei siti molto utili per approfondire.

Siamo contenti di aver iniziato un percorso e speriamo di accompagnare al meglio i due ragazzi e il loro bambino, pur con tutte le incognite legate a una situazione di fragilità.

Dopo 2 settimane vedo dalla lista giornaliera che alle 10 hanno un appuntamento. Siamo speranzose di vederli comparire.

Purtroppo non è così.

Ci diciamo che, piuttosto che nessuna protezione, Eathan avrà effettuato almeno i vaccini obbligatori.

Alle 11, però, compare la mamma. Nessuno di noi ci contava più. Il papà ha deciso di accettare anche l’anti-meningococco B.

Operatore: Sono felice di vedervi. Ciao Eathan, ottimo che il tuo papà dubbioso si sia convinto. Anzi, salutamelo.

La mamma mi strizza l’occhio in segno di intesa ed Eathan sorride. La prima dose è stata tollerata senza alcuna reazione.

Sorridiamo anche noi. Sono piccole soddisfazioni!


Lo sportello vaccinale ha l’obiettivo di raccogliere segnalazioni e reclami dei cittadini sul funzionamento e il miglioramento dei servizi vaccinali. Simuliamo lo sportello di un Urp/Ufficio relazioni con il pubblico di una ipotetica Azienda Socio Sanitaria Territoriale, dove raccogliere le testimonianze inviateci dai lettori.

 Cittadino  Operatore del Servizio vaccinale