RECENSIONI


Viaggio attraverso le privazioni di un’infanzia negata
Senza dignità, senza spazi, senza istruzione, senza amore, senza pace, senza un futuro come i loro coetanei. L’elenco dei “senza” è lungo e la nuova pubblicazione dell’organizzazione Save the Children dedica pagine, mappe, dati, riflessioni a un lungo elenco di “senza” che non può essere esaustivo, ma che illumina la questione e richiama l’attenzione di tutti a lacune da colmare. Diritti dell’infanzia violati nel far crescere tanti bambini con tanti “senza” che devono diventare “con”.
Il 6° Atlante dell’Infanzia (a rischio) “Bambini senza. Origini e coordinate delle povertà minorili” percorre dunque alcune di queste privazioni subite nell’infanzia, che si intrecciano fra un capitolo e l’altro e che segnano la vita, o addirittura la interrompono, e le possibilità di costruzione di un futuro. L’Atlante racconta di deprivazioni che vedono protagonisti anche la corruzione, la mafia, l’illegalità, e le loro conseguenze sui bambini, conseguenze che pesano sulle povertà educative che Save the Children è impegnata a contrastare. «Un obiettivo, quello della lotta alle povertà di competenze, e alle diseguaglianze di opportunità che ne sono alla base, che si conferma ancora più strategico proprio se letto alla luce del viaggio proposto quest’anno dall’Atlante: tutti gli studi dimostrano che proprio l’istruzione, la costruzione della conoscenza e del capitale umano, costituiscono il principale antidoto alla criminalità e alle attività illegali», scrive nella prefazione Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia. «Una diversa attenzione nei confronti delle politiche dell’infanzia, una rinnovata presa in carico dei bisogni dei bambini, possono dare un contributo essenziale per rimettere il paese sui giusti binari. La lotta alle mafie e corruzioni passa per la costruzione di asili, l’ampliamento del tempo pieno, l’offerta di mense, la lotta alle povertà minorili, eccetera».



Anche questa volta la pubblicazione si avvale della forza informativa della rappresentazione grafica, che arricchisce le circa 200 pagine con 62 mappe e 5 infografiche su diversi aspetti. Ma viene sottolineato anche come questo tipo di rappresentazione sia solo parziale, carente nella descrizione di fenomeni come mafie, corruzione, o ambiti di vita familiare e quotidiana, carente di una serie di aspetti qualitativi, lacune legate al tipo di strumento; per fornire al lettore un quadro più completo è stato cercato di colmare questo vuoto con l’ulteriore arricchimento delle pagine e dei dati presentati dato dalle immagini fotografiche di un reportage nei luoghi toccati dall’Atlante.
Il volume è suddiviso in cinque capitoli. I primi quattro affrontano altrettanti grandi temi di “senza”, indicati già nei titoli: un’infanzia rubata, negata, un senza infanzia in “La mafia uccide anche i bambini”, con i bambini e giovani vittime dirette o indirette, uccisi o che hanno perso qualcuno o che sono stati utilizzati in diverso modo, ma anche in “Corruzione d(e)i minori” in cui si parla di bambini senza sindaco in comuni sciolti per mafia, delle molteplici conseguenze della corruzione in diversi campi e così via; il terzo capitolo è dedicato ai “Bambini senza stato”, in povertà assoluta, senza politiche per l’infanzia, senza servizi educativi, senza investimenti sulla scuola, mentre il quarto, “La crisi (del) capitale”, tocca i senza relativi per esempio alla salute, alla deprivazione ricreativa e culturale. Un quinto capitolo lascia lo spazio a tanti altri esempi di “senza”, all’infanzia dove i genitori sono detenuti, all’infanzia testimone di violenza o maltrattata, ai bambini senza la famiglia di origine, in affidamento o stranieri non accompagnati, a quelli senza spazi, in casa e fuori, senza pace perché vittime di discriminazioni, agli adolescenti in conflitto con la legge.
I numeri riportati sono tanti, nei diversi ambiti, tutti a segnare le possibilità di vita, in durata e in qualità, di quest’infanzia negata, i cui diritti sono calpestati. Scrive Raffaela Milano, Direttore Programma Italia-EU di Save the Children Italia, nelle conclusioni, che sono in realtà indicate con il titolo: “(senza) conclusioni”, perché anche qui vi è la sottolineatura del senza, del fatto che non può esserci una conclusione: «Nessun bambino e nessun ragazzo che vive nei contesti pervasi da criminalità o corruzione resta immune da ciò che gli accade intorno, tutti ne subiscono, in un modo o nell’altro, danni diretti e rilevanti. Non sono né spettatori né complici, bensì vittime a tutti gli effetti, sono bambini “senza”: privati della possibilità di crescere in un ambiente libero e sereno dove sognare e progettare il proprio futuro».
I “senza” riportati dalla pubblicazione, nei diversi ambiti, sono dunque tanti e intrecciati, di tipo economico, sociale, culturale, relazionale, dei servizi, competenze e opportunità, dice ancora Valerio Neri nella prefazione, sottolineando un aspetto importante: queste lacune, questi senza appunto, emergono dai dati raccolti e presentati o dalle esperienze dirette sul campo, grazie a suggeritori di eccezione quali i protagonisti della privazione, i bambini e i ragazzi stessi. “Il “senza” più tragico dei bambini e degli adolescenti nell’Italia di oggi» conclude Neri, «forse è proprio questo: i bambini raccontano, ma nessuno li ascolta. Il nostro impegno è anche quello di prestargli orecchio e di restituirgli la voce».
Valeria Confalonieri
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