Il forno di mi’ nonna


Che poi, una delle reazioni avverse dei congressi è il frigo vuoto. Stai fuori per giorni e giorni e quando rientri a casa trovi un barattolo di olive di Gaeta, il paté dei gatti, la bottiglia di limoncello che t’ha portato tuo fratello (fa pure rima), un po’di pecorino romano di Brunelli (peraltro ottimo), du’ ova di galline allevate a terra e – ça va sans dire – biologiche, la punta di speck arrivata dall’Alpe che saranno tre mesi. Per carità, una mezza specie di carbonara può scapparci ma – eccallà – che ti sale quel capriccio della lasagna. Anzi, dell’angolo bruciato di lasagna celebrato dal cuoco più bravo del mondo che, se qualche peruviano non l’ha detronizzato proprio stanotte, è lui: Bottura.
Lo chef stellato che è in te s’arrabatta al triscount aperto fino a tardi e restituisce transitoriamente senso al frigo con quel che può servire per sfidare il cuoco modenese e la tua gola. La vittoria è a un passo, anche perché l’apoteosi è collegata a quel che ti riesce facile: quel “si è bruciato tutto” che è inevitabile corollario dello sguardo al telegiornale o associazione causale dell’indugiare di fronte al game interminabile giocato da Federer.



Qualcosa però impedisce che tutto vada storto (anche a fin di bene): la tecnologia. Il forno è nuovo e – beato lui – intelligente. Scalda, ma scatta una ventola e raffredda. Al governo c’è una serie di icone: oltre alle classiche, una specie di pene. Associato a seconda di pulsanti a un cristallo di neve, a una goccia, a una nuvola. Istruzioni? Niente libretto, sono online: ma dove? Dietro al vetro, la lasagna sta asciugandosi come il teschio di un monaco nella cripta dei frati cappuccini. Non c’è verso però di ottenere quel bruciaticcio agli angoli per cui, stasera, saresti disposto a far qualsiasi cosa.
C’è poco da fare: è la legge di Amara. “Tendiamo a sovrastimare gli effetti di una tecnologia nel breve periodo e a sottostimarli a lungo termine”. Succede nella scelta di un forno (quante cene da Bottura mi sarei potuto godere se ne avessi scelto uno meno sofisticato?) ma ancor di più nell’acquisto di costosissime tecnologie sanitarie di cui sopravvalutiamo l’efficacia e sottovalutiamo i danni che possono provocare a lungo termine in termini di aspettative inevase da parte dei cittadini.
Ldf
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