Sfruttiamo l’emergenza
per crescere

Non sarà facile riprendere la nostra vita normale. La Covid-19 ha stravolto le nostre esistenze e sta cambiando i nostri rapporti sociali.
Affrontata la prima fase con la necessaria quarantena, ora bisogna pensarne una nuova per riorganizzare la nostra vita. Occorre farlo subito, per essere pronti quando gli scienziati ci diranno che il rischio di contagiosità è sceso a un livello non pericoloso. Bisogna utilizzare questa epidemia per realizzare servizi che saranno utili anche in futuro. Durante le emergenze, infatti, si riescono a realizzare in fretta progetti che in periodi normali richiederebbero mesi.
Dal punto di vista sanitario è necessario riorganizzare la medicina territoriale e le strutture sociosanitarie. Le Usca (Unità speciali di comunità assistenziale), che il Governo ha definito con il decreto del 10 marzo e che dovrebbero partire al più presto, dovranno consentire di individuare i sintomi precoci di questa malattia, prima ancora che il tampone diventi positivo, e consentire la cura domiciliare. Nello stesso tempo, si effettuerà la mappatura dei pazienti, asintomatici o paucisintomatici, e di tutti i familiari dei casi conclamati, la qual cosa è indispensabile per non incorrere in un circolo vizioso, con ondate di ritorno dei contagi appena finirà il lockdown .
Queste strutture, in cui dovranno operare più medici insieme (medico di medicina generale e pediatra di libera scelta), con infermieri e personale amministrativo, serviranno anche in seguito per non tornare agli affollamenti dei Pronto soccorso per codici di bassa intensità. E inoltre l’equipe dovrebbe essere arricchita anche da psicologi e assistenti sociali per attuare programmi di prevenzione, oltre che di cura. Questa nuova organizzazione del territorio consentirà agli ospedali di potersi dedicare ai pazienti complessi e ad alta intensità di cura, mettendo fine finalmente anche in Campania al fenomeno delle barelle e riducendo fortemente la migrazione verso le regioni del nord, avendo anche qui in Campania eccellenze in tutti i settori della medicina.
Bisognerà ripensare alla scuola. Sarà utile poter continuare con lezioni da casa per integrare quelle fatte in classe e allora ci vorranno istituti attrezzati con WiFi e computer disponibili per ogni insegnante che dovrà essere adeguatamente formato nella comunicazione via web, e pc per ogni alunno, che da casa potrà attraverso la rete WiFi, seguire le lezioni o fare i compiti. Ma c’è un altro aspetto poco considerato in questa pandemia ed è il fatto che la chiusura delle scuole ha privato i bambini anche del pasto scolastico. Per i bambini poveri spesso quello della scuola era l’unico pasto sano ed equilibrato. Numerose evidenze scientifiche ci dicono che il pranzo a scuola è associato a migliori performance scolastiche, mentre la precarietà del cibo (dieta irregolare o non sana) può determinare un basso rendimento scolastico e rischi sostanziali per la salute fisica e il benessere mentale. Si potrebbe, con la fase due, fare in modo che ai bambini venga regolarmente fornito quel pasto che avevano a scuola. Infine sarebbe assolutamente necessario far partire un programma di accoglienza per tutti i nuovi nati, con un sostegno economico per ogni figlio e un sistema di accompagnamento almeno fino a 3 anni e poi fino all’obbligo scolastico. E se le Usca saranno arricchite anche di personale socio-sanitario, si potrà affidare a loro la prima visita domiciliare al neonato e alla mamma e solo poi al pediatra di famiglia, che potrà individuare molto precocemente i bisogni sanitari e sociali di quella famiglia e intervenire prima che il danno si sia instaurato. Così la pandemia sarà anche per il nostro Paese un’opportunità di crescita e non renderà vano Il sacrificio di tanti operatori della sanità e la morte di tanti nostri concittadini.

Le opinioni espresse dall’autore sono personali e non riflettono
necessariamente quelle dell’istituzione di appartenenza.

Paolo Siani
Pediatra e Parlamentare, Commissione bicamerale infanzia e adolescenza, Direttore UOC Pediatria 1,
Ospedale Santobono, Napoli – paolo.siani@gmail.com