Umarell



I l bonus casa e l’ecobonus hanno dato un’incredibile spinta alle ristrutturazioni edilizie e le impalcature intorno ai palazzi si aggiungono ai lavori stradali, alle pavimentazioni e alla bulimia da arredo urbano che i sindaci a caccia di rielezione stanno inaugurando ogni giorno. Tra gli anziani aggrappati alle maglie metalliche delle reti di separazione dei cantieri non troveremo medici: anche i meno giovani sono tutti ancora al lavoro, molti impegnati (si fa per dire) in commissioni istituzionali. I profili sono diversi: vediamone cinque.

L’umarell presidente. Noto ad amici, conoscenti e – loro malgrado – allievi come persona autoritaria e di estrema destra, è ritenuto il candidato ideale ad una posizione solo teoricamente onoraria ma utile a riequilibrare una situazione giudicata pericolosa. Interpreta il ruolo con inattesa veemenza, brandendo i propri argomenti come clava, sostenuto da media scientifici di indiscusso prestigio: dal Giornale a Leggo.

L’umarell consulente. Cinquant’anni di lavoro clinico o di ricerca garantiscono una preparazione invidiabile, giudicata superiore a quella di qualunque delle centinaia dei collaboratori che lui stesso avrebbe dovuto formare negli anni. Ogni parere da lui elargito viene incorniciato in un’interminabile narrazione fatta di incontri con presidenti delle repubbliche, papi e cardinali, divagazioni che suggeriscono ai partecipanti alla commissione di inquattarsi durante il collegamento su Zoom per rivedere l’ultima puntata di Masterchef...

L’umarell pentito. Ai tempi d’oro della propria carriera, i soldi ricevuti dalle industrie gli hanno regalato villa a Positano e barca ormeggiata poco sotto. Da emerito, l’alfiere della Meravigliomicina si è trasformato in paladino della medicina basata sulle prove. È una traiettoria comune a molti key opinion leader, al punto che la guida GJIN al giornalismo d’inchiesta in medicina raccomanda di tenere in agenda telefoni e mail di umarell redenti, preziosi commentatori di trial clinici sospetti, identici a quelli un tempo da lui disegnati.

L’umarell eremita. Competenza e integrità sono andate concentrandosi negli anni, maturando come un vecchio vino siciliano col metodo Solera. Parla poco, scrive di rado e solo poche distillate parole. Spesso con un’antica stilografica. Si dedica agli ulivi, dipinge, rilegge classici, porta a spasso il cane. In qualche caso ha scoperto i social che usa in direzione opposta a quella mainstream, rannicchiandosi in una bolla fatta di saggezza amara e disincantata che i suoi follower giovanissimi ammirano con sorpresa e devozione.

L’umarell editore. È chiaro che avrebbe voluto fare il tuo mestiere. È altrettanto chiaro che tutti ne avrebbero guadagnato. A cominciare da te. Il libro appena pubblicato in Inghilterra e che vale la pena tradurre te lo segnala lui. Anche l’articolo di Le Monde. Il bias nello studio sul vaccino e la notoria debolezza del collega in prima pagina. La discussione nella commissione degli Nih di venticinque anni fa. Ti spiega tutto. Curi la sua amicizia con ogni possibile premura e sopravvivi di luce riflessa.




Ldf – luca.defiore@pensiero.it