La dannazione

Maurizio Bonati

Dipartimento di Salute Pubblica

Istituto di Ricerche Farmacologiche
Mario Negri IRCCS, Milano

maurizio.bonati@marionegri.it





La falce e martello simbolo politico del movimento operaio. Dapprima simbolo condiviso delle organizzazioni socialiste e comuniste, nel corso del Novecento la “falce e martello” è diventato il simbolo del comunismo e l’emblema dei partiti comunisti. Enrico Letta ha scelto di armarsi del “cacciavite” che fissa viti e bulloni, ma svita e scardina. La storia fa il suo corso. Il 15 gennaio 1921 a Livorno si attua una lacerante scissione che caratterizzerà un’epoca storica. Un evento animato da alti ideali sociali di riscatto per i più deboli, gli emarginati, i senza diritti. Oggi parliamo di persone “fragili” o “vulnerabili”, di inclusione sociale anche attraverso il lavoro, sebbene il lavoro sia cambiato e il diritto al lavoro sancito dall’art. 4 della Costituzione abbia perso posizioni nella lista delle priorità/attenzioni dei decisori/governanti.

Un secolo di profondi cambiamenti, di ripetute scissioni e laceranti divisioni politiche e sociali, di dannazioni1 e occasioni perdute, come avviene oggi ad un secolo di distanza e durante una pandemia (altra dannazione). Un secolo fa protagonisti epici (Terracini, Turati, Serrati, Bordiga, Gramsci); oggi 2021 di gesta epiche, men che meno poetiche e leggendarie, da tramandare alla memoria… di personaggi con qualità straordinarie e autori di azioni eccezionali per la libertà o i diritti… proprio difficile individuarne.

La SARS-CoV-2 (causata dall’inumano)2 è stata ed è tuttora una catastrofe per come e quanto ha colpito, ed è una dannazione per come è stata contrastata/limitata. “Tenere gli altri a distanza è l’ultima speranza”3 in corso di epidemia e continua ad esserlo nonostante l’arrivo dei vaccini. Le contese a colpi di algoritmi sui rischi, le probabilità, l’efficacia e la sicurezza dei vaccini anti Covid-19 rimandano alle origini dei vaccini, a Lady Montagu4, come se tre secoli e mezzo fossero trascorsi invano. L’improvvisazione e l’approssimazione anche della informazione in tema di prevenzione mediante vaccini, la mancanza di monitoraggio sistematico e appropriato dell’infezione nel real world rispetto agli studi clinici randomizzati di registrazione dei vaccini hanno determinato decisioni basate sull’esperienza (altrui e di altre emergenze) e non sulle evidenze pertinenti l’attuale situazione. Le pandemie si ripetono e la Covid-19 non sarà l’ultima, ma finirà. Le sofferenze che ha causato e che continua a causare hanno avuto un impatto profondo e duraturo sulle nostre vite.5 L’augurio e la speranza è che abbiamo imparato a proteggere meglio la nostra vita biologica e ad implementare quella sociale. Il rischio della dannazione di non trarne, ancora una volta, insegnamento è però alto, sebbene l’esperienza e il senso della morte generati dalla pandemia in tutti dovrebbero indurre ad una rinascita dell’intera umanità.

La mancanza di una strategia comune e condivisa della campagna vaccinale è un esempio della criticità e delle contraddizioni evidenziate dalla pandemia. La dannazione caratterizzata dalla mancata gestione della pandemia a livello internazionale e nazionale caratterizzata dalle divisioni sociali e politiche, con il cieco prevalere di interessi locali, dei singoli e non dell’intera collettività. I mutevoli criteri nel definire le priorità per età, fragilità, professione e quant’altro sono l’esplicito limite dell’agire “emotivo”. La dannazione delle task force, dei tavoli, delle commissioni e dei comitati tecnici nazionali, regionali e locali,  ha avuto in questa pandemia una incredibile fioritura. Task force delle quali forse non riusciremo a fare mai più senza6: altra dannazione.

Un’Italia con il vestito di scena di Arlecchino, con sarti premurosi, ma frettolosi e imprecisi, che intervengono anche sul palcoscenico modificando i colori. Gli equivoci e i guai che questi decisori stanno creando sono in piena sintonia con la maschera bergamasca e la tradizione della Commedia dell’Arte. Costume iconico di una maschera, scelta iconica della gestione della pandemia (tragicamente proprio nella bergamasca).

Canovacci-scenari che variano non solo tra le Regioni, ma anche tra le ASL della stessa Regione. L’improvvisazione teatrale degli scientist makers, nuovi influencer delle varie testate giornalistiche e reti televisive, è spesso pari al talento di attori che alla perizia tecnica della loro expertise strabordano attingendo alla loro immaginazione o all’incertezza.

Coattori, con altre maschere dei vari tavoli tecnico-scientifici, di nuovi spazi teatrali con al centro il palcoscenico della conferenza stampa, degli studi televisivi e delle interviste a tutta pagina. Le compagnie teatrali sono su base locale, regionale e nazionale. Comici professionisti che recitano contemporaneamente anche per diverse compagnie. Il livello drammaturgico dei testi dei Dpcr denota il contributo artistico e l’affiatamento degli attori. Ma sono i capocomici quelli che caratterizzano il dramma sanitario nazionale.

Giustificare qualsiasi decisione rimandando ai parametri di un algoritmo (tavolozza dei colori) non è sufficiente a far comprendere la motivazione, la situazione e men che meno il comportamento da tenere. Crea timori, alimenta ansia e anche protesta.

Basare indicazioni e provvedimenti ancora sul tracciamento e sui dati forniti dalle Regioni quando gli stessi fornitori hanno da mesi ammesso e dimostrato l’incapacità del tracciamento è forse atto di negligenza, imperizia e imprudenza.

Il dramma a cui gli spettatori (cittadini) assistono (vivono e subiscono) evidenzia i limiti di un “servizio” che necessita di rifondazione a partire dalle comunità locali. “Senza respiro”7 va ripensato un modello di Sanità Pubblica. Le recenti “Emozioni virali”8 dei medici di medicina generale testimoniano che un’altra medicina del territorio è necessaria e possibile. Un’organizzazione che superi e accantoni la convenzione per costruire un’abitazione comune della salute nella/per/con la comunità.9 

L’incredibile gestione della campagna vaccinale della Regione Lombardia indica che le eccellenze sono artefatti che negano diritti e che la prevenzione a partire dai servizi è da creare sperimentando, valutando e migliorando.

La Commedia dell’Arte è nata nel XVI secolo, oggi c’è bisogno e urgenza di un nuovo genere di rappresentazione (e rappresentanza) popolare e “sortirne tutti insieme è la politica”.


REFERENZE

1. Mauro E. La dannazione. Milano: Feltrinelli, 2020.

2. Revelli M. Umano, Inumano, Postumo. Torino: Einaudi, 2020.

3. Canetti E. Massa e potere. Milano: Rizzoli, 1972.

4. Giaveri MT. Lady Montagu e il dragomanno. Vicenza: Neri Pozza, 2021.

5. Christakis NA. La freccia di Apollo. Roma:
Il Pensiero Scientifico Editore, 2020.

6. De Fiore L. Task force. Ricerca&Pratica 2020;
36: 72-3.

7. Agnoletto V. Senza respiro. Come ripensare un modello di Sanità Pubblica. Milano: Altreconomia Edizioni, 2020.

8. Sodano L. Emozioni virali. Roma: Il Pensiero Scientifico Editore, 2020.

9. Landra S, Ravazzini M, Prandi S. La salute cerca casa. Roma: Derive Approdi, 2019.