Si riparte se investiamo sull’infanzia


di Paolo Siani


Quando, lunedì 26 aprile, ho potuto sfogliare l’ultima versione del Piano di rilancio, poco prima dell’intervento in aula del premier Draghi, ho visto premiato il lavoro di questi mesi con l’introduzione di un capitolo specifico dedicato all’infanzia.

Quasi un anno fa iniziammo a chiedere al Governo più attenzione ai ragazzi, perché ci rendevamo conto che i diritti dell’infanzia venivano poco considerati nelle politiche del nostro Paese.

È stato un lungo lavoro, che ha visto il coinvolgimento di tante associazioni e professionisti di settore. Ma ora, finalmente, i bambini e le bambine vengono messi al centro dell’azione politica.

Auspichiamo che i tanti progetti previsti, relativi agli asili nido, alla lotta all’abbandono scolastico, al contrasto alla povertà educativa, abbiano un forte impatto in termini di riduzione dei divari territoriali.

Ora occorrerà dare concretezza a tutte queste misure che, se ben attuate, possono rappresentare davvero una svolta straordinaria per il futuro del Paese e, in particolare, delle giovani generazioni.

Il Presidente Draghi ha concluso il suo intervento alla Camera dei deputati lunedì 26 aprile con queste parole: “Devo ringraziare questo Parlamento per l’impulso politico che anima tutto il Piano: l’attenzione ad ambiente, giovani, donne, Mezzogiorno è, prima di tutto, frutto della vostra azione. Sono certo che riusciremo ad attuare questo Piano. Sono certo che l’onestà, l’intelligenza, il gusto del futuro prevarranno sulla corruzione, la stupidità, gli interessi costituiti”.


Quando, quasi un anno fa, insieme a un piccolo gruppo di deputati iniziammo a porre il problema dei ragazzi che erano poco colpiti dal Covid ma che cominciavano ad accusare i primi segnali del disagio per dover rinunciare alla loro socialità, non pensavo davvero di riuscire a portare in aula una mozione unitaria e neppure che venisse approvata all’unanimità: una mozione che impegna il Governo a realizzare un vero e proprio piano per l’infanzia all’interno del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PnRR).

Un piano reso necessario e non più differibile da una serie di dati incontrovertibili: sono 1.137.000 i minori in povertà assoluta; circa il 13,5% abbandona la scuola prima del tempo; il 12,3% vive in famiglie senza dispositivi digitali; il 10,7% è NEET (non è impegnato né nello studio, né nel lavoro, né nella formazione); solo il 13,2% dei bambini nella fascia 0-2 anni va al nido.

Allo stato attuale, chi parte da una situazione di degrado e povertà è condannato a restare inesorabilmente indietro. Non esiste un’uguaglianza di opportunità tra regioni italiane. Nascere al Sud o al Nord del Paese offre occasioni molto diverse per il futuro dei nostri ragazzi. A titolo esplificativo, un bambino che nasce al Sud ha un rischio di morire, per il solo fatto di nascere al Sud, del 47% in più di uno che nasce nel Nord/Est.

Per tutti questi motivi abbiamo chiesto al Governo, che li ha accettati, ben 23 impegni precisi. Su tutti: la realizzazione di asili nido pubblici per raggiungere almeno il 33% di posti su base regionale su tutto il territorio nazionale, promuovendo la gratuità del servizio, secondo quanto già previsto per le scuole dell’infanzia; la predisposizione, in un’ottica di lungo periodo, di un piano nazionale asili nido finalizzato a garantire l’accesso a tutti i bambini da 0 a 3 anni, realizzando le necessarie e adeguate strutture, soprattutto nel Sud, anche prevedendo un conseguente piano di assunzioni di personale qualificato; nell’ambito delle politiche di sostegno alla genitorialità, l’adozione di misure volte alla rimodulazione del sistema dei servizi territoriali, finalizzata al miglioramento della loro funzionalità in un’ottica “bambinocentrica”, per assicurare ai minori il basilare diritto a un’infanzia serena e la dovuta attenzione all’equilibrio psico-fisico nella crescita; il potenziamento della rete dei servizi sociali; con specifico riferimento alla fascia 0-6 anni e alla genitorialità, l’adozione di iniziative per indirizzare maggiori investimenti al periodo compreso tra il concepimento e la prima infanzia, in accordo con quanto previsto dal documento sui primi 1000 giorni di vita elaborato dal Ministero della Salute e approvato nel mese di gennaio 2020 dalla Conferenza Stato-Regioni. Questa mozione vuole essere un vero progetto politico. Una visione della politica. E uno sguardo verso il futuro. Come può ripartire un Paese se non investe sull’infanzia? Ecco, per noi questa mozione rappresenta una vera svolta per costruire un Paese più giusto, che dia uguali possibilità a ogni bambina e a ogni bambino e che sia in grado di sanare le ferite profonde che il virus ha lasciato sui nostri ragazzi. Ora occorre darle concretezza. Siamo ben lieti che i ministri Carfagna e Speranza abbiano espresso la volontà di agire in tal senso e ribadito il loro impegno ad investire sull’infanzia, considerata una priorità per il Paese e per la sua salute. Noi vigileremo perché ciò accada.