Una buona partenza  nella vita, per tutti


Alleanza per l’Infanzia  è una Rete nazionale di organizzazioni e associazioni impegnate nella promozione e nella tutela dei diritti dei bambini, dei ragazzi e dei loro genitori al fine di sensibilizzare e fare pressione sulla politica, perché siano messe in atto iniziative atte al miglioramento e al consolidamento di un sistema di cura ed educazione precoce di alta qualità. È in tale contesto che è stata prodotta la proposta per un sistema di politiche, servizi e interventi integrato tra i diversi settori (sanitario, educativo, culturale e sociale) e capace di garantire a tutti i bambini e tutte le bambine le migliori opportunità di sviluppo nei primi anni di vita (https://www.alleanzainfanzia.it/wp-content/ uploads/2022/01/Sistema-integrato-0-6.pdf).

Il documento si propone di:

a. sottolineare l’importanza di politiche e azioni integrate tra i diversi settori e attori della società a supporto della salute, dell’educazione e del benessere dell’infanzia, in particolare nei primissimi anni di vita;

b. sottolineare in questo contesto l’importanza di politiche e programmi finalizzati a sostenere le competenze genitoriali;

c. dare indicazioni sulle modalità con cui i diversi settori e servizi, sia a livello centrale che locale, possono collaborare a un sistema coordinato di interventi per i bambini nei loro primi anni e per le loro famiglie.

Le finalità che ci si propone di contribuire a raggiungere sono:

la promozione dello sviluppo complessivo del bambino;

la prevenzione dell’insorgere precoce delle diseguaglianze;

la prevenzione della povertà educativa e del maltrattamento;

la promozione di un ruolo attivo delle comunità nel loro insieme a sostegno del benessere, dello sviluppo e dell’educazione dei bambini;

la facilitazione dei percorsi delle famiglie, tutte, e in particolare di quelle con bambini con bisogni aggiuntivi e specifici (patologie croniche, disabilità, contesti familiari e sociali fragili).




Il documento origina da due assunti: il primo è che per rispondere ai bisogni di sviluppo dei bambini occorre occuparsi delle loro famiglie, sostenendone le risorse, e che, per fare questo, è necessario che le politiche di sostegno alle risorse materiali delle famiglie siano accompagnate da interventi a supporto delle competenze genitoriali; il secondo è che i bisogni dei bambini – di salute, nutrizione, educazione precoce, protezione sociale, genitorialità responsiva – sono strettamente connessi, e per dare loro risposta è quindi necessario un approccio integrato tra i diversi servizi e settori.

Di questi assunti il documento illustra le basi razionali e le implicazioni (parti I e II), i principi portanti e le modalità attuative (parte III). Per quanto riguarda le politiche di sostegno alle necessità materiali delle famiglie (reddito, occupazione, congedi) e ai servizi, in particolare quelli educativi per l’infanzia, si rinvia al documento sopracitato di Alleanza ed EducAzioni. Tre le modalità operative dei servizi per l’infanzia e le famiglie indicate: il coordinamento tra settori e servizi; la proattività degli stessi, l’attenzione prioritaria da porre ad aree, gruppi sociali e famiglie con bisogni aggiuntivi; la formazione in servizio degli operatori, in particolare la formazione a partecipazione multiprofessionale.

Infine alcune indicazioni di riordinamento di specifici settori.


Settore educativo

Nidi, scuole dell’infanzia e servizi integrativi hanno una responsabilità (e portano un sapere specifico) che non può limitarsi alla minoranza – per lo 0-3 – dei fruitori dei servizi educativi ma deve estendersi alla combinazione dei servizi e all’insieme della comunità in cui tali servizi operano.

Questa responsabilità può e deve tradursi sia in un’apertura degli stessi servizi alla comunità, sia in un’assunzione specifica di responsabilità nel promuovere e guidare processi e meccanismi di coordinamento tra servizi e settori diversi. I coordinamenti pedagogici territoriali previsti dal d. lgs. 65/2017 potranno dare un importante contributo a questo confronto poiché hanno tra le loro funzioni anche quella di raccordo con gli altri servizi educativi e scolastici, sociali, sanitari, culturali nel territorio e quella di promuovere la partecipazione delle famiglie. Il sistema integrato 0-6, così come i Patti educativi dovrebbero quindi essere visti come perno del sistema multisettoriale a servizio di infanzia e famiglie.


Settore sanitario

I servizi sanitari devono essere consapevoli che, oltre a fornire specifiche competenze e prestazioni, sono il punto di accesso più universale al sistema dei servizi e come tali devono agire caricandosi il compito di iniziatori dei percorsi per le famiglie anche per i programmi focalizzati su genitorialità e sviluppo dei bambini. Hanno inoltre il compito specifico di favorire una maggiore integrazione tra servizi (territoriali e ospedalieri, consultori e pediatria di famiglia) che spesso operano separatamente se non in conflitto: di questo compito fa parte integrante la formazione comune su alcune tematiche specifiche in particolare per operatori che lavorano in servizi primari quali ostetriche, pediatri, personale non medico impegnato nel lavoro di prossimità.





Settore sociale

I servizi sociali devono iniziare ad essere pensati e organizzati sempre più come servizio di prevenzione e non di intervento a “danno” già strutturato. Le strategie preventive non sono certo confinate al settore sociale, investono la società intera, ma il settore sociale può orientarle e promuoverle. Si tratta infatti di attivare tutti assieme – settori diversi dei servizi pubblici, terzo settore e settore privato, incluse le aziende – una politica del benessere, finalizzata a rafforzare risorse e competenze delle famiglie, utilizzare il patrimonio esistente delle comunità e rafforzarlo ulteriormente, senza per questo trascurare i compiti di intervento sulle famiglie in condizioni di vulnerabilità: per fare questo è fuori discussione che sia necessario, in molte aree del Paese, un rafforzamento degli organici e una loro almeno parziale specializzazione su questioni che riguardano bambini e famiglie, aspetto questo già previsto dal PNRR, e che dovrebbe essere al centro del Child Guarantee , con un’attenzione specifica per i gruppi a più alto rischio.


Settore culturale

Da ormai due decadi si è andata costruendo la consapevolezza del contributo importante che il settore culturale può dare a sviluppo precoce, genitorialità e coesione sociale. L’esperienza di Nati per Leggere, ad esempio, ha messo le biblioteche in condizione di trovare nuovi utenti e di allargare la propria cerchia di intervento, di concepirsi appieno come servizio di comunità. Più recentemente, anche i musei si sono aperti alle famiglie. Si tratta ora di andare oltre, con strategie specifiche di coinvolgimento, superando l’inevitabile selezione dei beneficiari dovuta sia al fatto che solo alcuni territori offrono questi servizi, sia al fatto che la comprensione dell’importanza di tali servizi ed esperienze per il bambino è limitata ai gruppi sociali più favoriti.


Enti di Alta Formazione

Gli Enti di Alta Formazione hanno il compito di aggiornare i curricula formativi degli operatori dei servizi che lavorano con bambini e famiglie, tutti, dagli operatori sanitari a quelli del settore educativo, sociale e culturale, sulle tematiche della genitorialità, dello sviluppo precoce, del lavoro nelle comunità, della comunicazione efficace, prevedendo già nei percorsi curricolari momenti e percorsi che consentano di conoscere e apprezzare il lavoro degli altri operatori e servizi.