Fette eque nella spartizione



a cura di Paolo Siani


Dal 2023 i criteri per il riparto del fondo sanitario nazionale cambieranno. In realtà non cambieranno i criteri ma ne verrà applicato uno che fino ad oggi non veniva preso in considerazione: l’indice di deprivazione sociale.

L’indice di deprivazione è una misura che fornisce un valore sintetico rispetto alla condizione di disagio socio-economico e di svantaggio rispetto alle condizioni di vita degli abitanti di una determinata zona.

Fino ad oggi il parametro preso in considerazione per misurare il fabbisogno di cure sanitarie era l’anzianità della popolazione che premiava le regioni del Nord, dove la percentuale di anziani è più alta, a discapito di quelle del Sud, dove la percentuale di giovani e di disagio sociale sono notevolmente più elevate.

I governatori del Sud, ma in particolare il governatore della Regione Campania, hanno portato avanti una lunga battaglia che nell’ultima riunione della Conferenza delle Regioni1 è stata finalmente vinta. Quindi riceveranno più di quanto sinora percepito le Regioni dove sono maggiori la mortalità e il disagio socio-economico. Verranno considerati al fine del riparto il grado di istruzione, il tasso di occupazione, il numero di malati cronici e la mortalità.

Si prende atto quindi che le persone più povere di risorse e competenze si ammalano di più, guariscono di meno e muoiono prima. Questo si verifica prevalentemente e in maniera più rilevante nelle regioni del Sud e nelle isole dove più si concentrano povertà e disuguaglianze sociali.

La Campania, terza regione per popolazione residente dopo Lombardia e Lazio, attualmente riceveva la fetta procapite più piccola della torta nazionale delle risorse per la salute, circa 60 euro in meno per un totale di circa 350 milioni di euro.

Grazie a questa nuova valutazione dei parametri già dal prossimo anno la Campania riceverà 200 milioni in più per il fondo sanitario, fondi necessari per dare ossigeno a un sistema che dopo la pandemia sta riorganizzandosi con molte difficoltà.

La speranza è che questo nuovo riparto del fondo sanitario serva anche ad arginare il fenomeno della migrazione sanitaria che vede ancora 41.000 bambini e adolescenti, e le rispettive famiglie, costretti a migrare dal Sud al Nord per farsi curare2.

Nel 2019 il costo della migrazione sanitaria dal Mezzogiorno, dove risiede circa il 35% dei bambini/ragazzi, verso altre regioni è stato di 103,9 milioni di euro pari al 15,1% della spesa totale dei ricoveri e l’87,1% di questo costo (90,5 milioni di euro) ha riguardato la mobilità verso gli ospedali del Centro-Nord3.

Le regioni meridionali quindi non solo ricevevano minori finanziamenti, ma, a causa della migrazione sanitaria, si trovavano costrette a rimborsare, attraverso il meccanismo della compensazione tra regioni, le prestazioni mediche a cui si sottoponevano i propri residenti altrove.

Ci auguriamo che migliorando le performance del Servizio sanitario nazionale delle regioni del Sud una grossa parte di questi costi potrà in futuro essere investita localmente in strutture e professionalità per migliorare la situazione sanitaria.

Va solo accennato in questa sede che gli Istituti a carattere scientifico di pediatria polispecialistica sono tutti allocati al Centro-Nord, con un solo IRCCS, Oasi Maria Santissima al Sud, in Sicilia (Troina, Enna), specializzato per la riabilitazione del ritardo mentale.


BIBLIOGRAFIA

1. Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. www.regioni.it (ultimo accesso 13 dicembre 2022).

2. Campi R, Bonati M. Dal Molise, dalla Calabria e dalla Basilicata bambini in fuga verso il Nord per curarsi. Disuguaglianze: migrazione sanitaria dal Sud al Nord per bambini e adolescenti. Ricerca&Pratica 2022; 38: 276-7.

3. Minasi D. La migrazione sanitaria pediatrica vista da sud. Pediatria 2021; 7-8: 6-7. https://sip.it/wp-content/ uploads/2021/09/Pediatria7-8_web_pag_6-7.pdf/
(ultimo accesso 9 gennaio 2023).


*Paolo Siani, Pediatra Azienda ospedaliera Santobono Pausilipon, Napoli

Già vice presidente Commissione bicamerale infanzia e adolescenza – siani.paolo@gmail.com