Prima le donne e i bambini

Maurizio Bonati

maurizio.bonati@ricercaepratica.it


Quando c’è un pericolo e occorre mettersi in salvo, nell’immaginario, ma anche nella pratica, si può sentire l’urlo: “Prima le donne e i bambini!”. Elena Gianini Belotti lo attribuiva al fatto che le bambine e le donne vanno tutelate anzitutto in quanto riproduttrici di vita
1. Antichi codici di un comportamento irrispettoso dei diritti in forma egualitaria (tra umani) e irriguardoso delle relazioni umane (anche quella doverosa tra garante e beneficiario). Stilano criteri meschini di priorità.

Nel naufragio avvenuto all’alba del 26 febbraio 2023 a Steccato di Cutro, di una imbarcazione partita dalla Turchia sovraccarica, con a bordo circa 180 persone per le più di origine iraniana, afghana e pakistana, delle 93 vittime accertate 35 erano i minori, 26 con un’età inferiore ai 12 anni. 26 i corpi delle donne recuperati. I dispersi del naufragio sarebbero 7, dei quali 6 minori. Prima le donne e i bambini!


PRIMA LE DONNE…

“…Vogliamo risolverlo con quella grande riserva inutilizzata che è il lavoro femminile. E poi lavorando sulla demografia, quindi sulla incentivazione della possibilità da parte delle famiglie di mettere al mondo dei figli”. “No alla sostituzione etnica, dobbiamo pensare all’Italia di dopodomani incentivando le nascite”. Parole dei rappresentanti del Governo italiano urticanti anche nel solo riportarle.

Garantire i servizi per l’infanzia (nidi, scuole per l’infanzia, assistenza pediatrica e neuropsichiatrica) e l’organizzazione del lavoro dei genitori (singoli, conviventi, etero o LGTBQ+) è un dovere ancora largamente disatteso e un determinante nel creare e mantenere disuguaglianze intra e interregionali2. Disuguaglianze croniche, cronicizzate nel tempo e non associate ai tassi di fertilità o di natalità. I diritti non sono titoli di borsa che possono essere altalenanti al variare degli andamenti del mercato, ma possibilità che devono essere garantite indipendentemente dal numero dei beneficiari. Dichiarare che sia sufficiente aumentare il numero (non la qualità?) dei servizi preposti all’infanzia è quindi una risposta generica, inappropriata, demagogica ad una domanda complessa che coinvolge ogni singolo cittadino (prima le donne), la collettività e la comunità. L’inesistenza di nidi (“servizi educativi per la prima infanzia”) nel Sud (Crotone vs Bologna 6,2 vs 45,2 posti per 100 bambini 0-2 anni d’età)3, l’ampia sotto soglia delle scuole d’infanzia disponibili nel meridione4, così come i consultori5, la mancanza (ovunque) di servizi di neuropsichiatria per l’età evolutiva, la discriminazione di genere nell’accesso e vivere il (nuovo) mondo del lavoro (tutto) sono associate a diritti negati (da tempo) e non ad azioni demagogiche, incompiute, malfatte (attribuite da altri) o ipotizzate (l’uso del Pnrr come specchietto per le allodole)6.

Le dichiarazioni governative in occasione del Forum 2023 promosso dalla Fondazione per la Natalità lasciano non poche perplessità sulle finalità e gli esiti delle possibili iniziative che verranno intraprese. “Una nazione nella quale tutti, uomini e donne, scoprano la bellezza di diventare genitori”. Diventare genitori non è una scoperta, ma dovrebbe essere una scelta e possibilmente consapevole e determinata. Purtroppo non è sempre così ed è quindi più difficile “scoprire(ne) la bellezza”. Comunque, le iniziative di un servizio pubblico dovrebbero essere volte a educare-accompagnare ad una genitorialità efficace e ricca di soddisfazioni per i genitori e i figli, piuttosto che far scoprire la bellezza a chi volontariamente o involontariamente l’ha subita. In Italia 1 gravidanza su 4 è indesiderata e di queste il 50% esita in una interruzione volontaria di gravidanza, in particolare tra le più giovani. A queste vanno aggiunte le tante gravidanze non pianificate e “accettate” per forza di cose. Situazione che si potrebbe prevenire con l’acquisizione di una corretta contraccezione e un’acquisizione, anche culturale, in tema di sessualità che ovviamente non è in carico alle sole donne, ma partecipata e condivisa in una relazione. Non è quindi un problema esclusivamente o prevalentemente sociale come da più parti ribadito, come, per esempio, con le quattro priorità dalla Fondazione per la Natalità: 500mila nuovi nati ogni anno entro il 2033; assegno unico più sostanzioso e una riforma fiscale che tenga conto della composizione familiare e del numero dei figli; fondi del Pnrr per far ripartire le nascite; iniziative affinché le donne non siano costrette a dover scegliere tra il lavoro e la famiglia.

L’Italia “non è un Paese per madri”7; determinanti culturali e strutturali pesano sulle spalle delle donne. Le ampie disuguaglianze territoriali, il divario di genere nel lavoro e nella cura famigliare, il vissuto difficile delle mamme tra parto e conciliazione dei carichi di lavoro e di cure costringono le donne ad essere continuativamente “equilibriste” tra percorsi lavorativi, famigliari, affettivi e personali8.

Il riferimento continuo alla nazione, per altro caratterizzata dalle ampie disuguaglianze anche in tema di sessualità, natalità e genitorialità a quale nazione fa riferimento? Chi ne fa parte? Anche gli immigrati che danno un contributo al contenimento-riduzione dei tassi di natalità ne fanno parte? Il 14,2% dei nati è di genitori entrambi stranieri e il 7,3% di almeno un genitore straniero. Il genitore straniero è in maggioranza la madre8. Bambini e famiglie straniere vittime principali di povertà economica, esclusione sociale, deprivazione culturale. Non basta quindi nascere in Italia, non è sufficiente se questa non è una nazione inclusiva e aperta, garante dei diritti sanciti dalla Costituzione per tutti gli appartenenti alla comunità (multietnica) nazionale. L’ha ricordato il Papa: “Servono politiche lungimiranti. Non contrapporre natalità e accoglienza” e l’ha ribadito il Presidente Sergio Mattarella: “È la persona e non la stirpe, l’appartenenza a un gruppo etnico o a una comunità nazionale, a essere destinataria di diritti universali, di tutela e di protezione. È l’uomo in quanto tale, non solo in quanto appartenente a una nazione, in quanto cittadino, a essere portatore di dignità e di diritti”.


… E I BAMBINI

Non tutte le donne vogliono intraprendere una gravidanza9, non tutte vogliono essere madri pur essendo maternali10, dipende da come si “guarda”11. Secondo una sentenza della Corte costituzionale la volontà di avere un figlio è “incoercibile”, va quindi rispettata-garantita nel rispetto della dignità della donna, delle relazioni umane, dello stato di filiazione e dei diritti dei minori. Gravidanza e maternità non sono sinonimi, non perché i “tempi cambiano” o si vorrebbero cambiare. Sono entrambe condizioni esclusive della donna, ma condivise, quando non subite. Entrambe pongono al centro il figlio per generarlo, per prendersi cura, per “accompagnarlo” nel crescere affinché intraprenda il suo cammino personale. Qualsiasi considerazione in termini di gravidanza naturale, fecondazione medicalmente assistita, gravidanza per altri e solidale non può che concentrarsi sulle finalità e gli esiti: il bambino. Quali condizioni sono garantite (e da parte di chi, in termini di responsabilità) affinché il minore possa beneficiare di un efficace e appropriato sviluppo affettivo, educativo, sanitario… il miglior benessere possibile? Dalla madre? Non solo. Ed è solo la famiglia standard, una mamma e un papà, i genitori naturali, biologici ed eterosessuali ad assicurare i garanti indispensabili di cura e amore? Cura e amore dipendono dal genere genitoriale? I pregiudizi sulle coppie omogenitoriali, sui genitori single, sulla gestazione per altri solidale determinano la negazione di diritti che lo stato di filiazione dovrebbe garantire e che colpiscono i bambini e gli adolescenti per punire i genitori12.

“Fin dal primo giorno di lavoro, il Governo ha messo i figli, i genitori, le mamme e i papà in cima all’agenda. Abbiamo fatto della natalità e della famiglia una priorità assoluta della nostra azione”.

Auspici per natalità e famiglia in sintonia con lo slogan “madri, date figli alla patria”, allora anche premiate con 5 lire a figlio, un’agevolazione a 15 lire a figlio se veniva chiamato con nomi patriottici (Benito, Italo…) e una medaglia per le madri di famiglie numerose (almeno 7 figli). Donne senza diritti e solo doveri. Comunque, il termine “genitorialità” non pare essere ancora entrato nel vocabolario governativo; così come il comprendere che una famiglia può essere insolita, “radicale”13 per una educazione laica, libertaria o cristiana (che non sono valori necessariamente esclusivi) pur assolvendo al suo mandato educativo e affettivo14.

Ma chi sono i figli, i genitori, le mamme e i papà in cima all’agenda? I diritti dei figli, in quanto bambini e adolescenti, sono ancora ampiamente negati se 1,38 milioni di bambini e ragazzi (1 su 7) vive in povertà assoluta (vivere in una famiglia che non può permettersi l’insieme dei beni e servizi che, nel contesto nazionale, sono considerati essenziali per mantenere uno standard di vita minimamente accettabile). I più vulnerabili vivono al Sud e il rischio è maggiore nelle famiglie numerose15.

I desideri non sempre coincidono con i diritti e quando lo sono nella teoria possono non esserlo nella pratica. Quando la morale diverge dall’etica il gridare il diritto alla vita, alla famiglia, al nascere e al vivere non è sufficiente: sono infatti le norme e i costumi di un individuo o di una collettività che caratterizzano il recepimento e l’attuazione del rispetto dei diritti universali. Il desiderio inoltre è che i diritti universali siano garantiti a tutti e ovunque. “Letture” diverse che portano anche ad interpretazioni diverse come, per esempio, che la maternità debba essere un obbligo e non un diritto di cui una donna può avvalersi (consapevolmente e piacevolmente, da sola o con chi sceglie) per attuare un’adozione simbolica della vita del figlio.



BIBLIOGRAFIA

1. Gianini Belotti E. Prima le donne e i bambini. Milano: Rizzoli, 1980.

2. Torre M. Fuori dal nido. 4e-parent, 5 maggio 2023. https://4e-parentproject.eu/fuori-dal-nido/

3. Openpolis. Le distanze ancora da colmare sull’offerta di nidi. 26 gennaio 2023. https://www.openpolis.it/le-distanze-ancora-da-colmare-sullofferta-di-nidi/

4. Commissione europea/EACEA/Eurydice, 2019. Cifre chiave sull’educazione e cura della prima infanzia in Europa – Edizione 2019. Rapporto Eurydice. Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea.

5. Istituto Superiore di Sanità. Indagine nazionale sui consultori familiari 2018-2019. Risultati generali. A cura di Lauria L, Lega I, Pizzi E, Bortolus R, Battilomo S, Tamburini C, DonatiS. 2022, vi, 192 p. Rapporti ISTISAN 22/16 Pt. 1.

6. Gruppo di lavoro per la Convenzione dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia – I dati regione per regione 2021. Save the Children, Roma, 2021. https://gruppocrc.net/ documento/i-dati-regione-per-regione-2021/

7. Minello A. Non è un Paese per madri. Bari: Laterza, 2022.

8. Save the Children. Le equilibriste: la maternità in Italia nel 2023. A cura di Minello A, Cannito M. Roma, 2023. https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/le-equilibri ste-la-maternita-in-italia-2023

9. Santoro R. Contro i bambini. Milano: il Saggiatore, 2019.
“Sono contenta di non avere avuto figli. Dopotutto ne ho avuti intorno tanti, forse troppi. Mi sono immolata alla prole degli altri. La mia è stata una specie di missione, educare i bambini degli altri. Non avrei potuto sobbarcarmi anche il peso di un mio pargolo. Tornare a casa da scuola e dover fare i conti con un bambino che si è fatto la cacca addosso o che ha gli incubi la notte. No, grazie. Almeno a casa è necessario starsene un po’ tranquilli”.

10. Murgia M. Tre ciotole. Milano: Mondadori, 2023.
“Quando il dottore mi ha detto: sarà contenta alla fine, ho dovuto mordermi le labbra per non dirgli che no, non sarò contenta per niente, perché io i bambini li detesto. Non alcuni bambini, ma proprio tutti. Non esistono bambini buoni o cattivi, sono categorie sciocche: è proprio il fatto che sono bambini a renderli odiosi”.

11. Pauli L, Schärer K. Riso e Rosa. Milano: Il Castoro, 2019.
“Credo che i bambini siano diversi. Loro sanno guardare. Guardano te e me. Qui. Ora. E riescono a vedere cose che i grandi non vedono. I grandi, invece, guardano tutto questo solo quando tornano a casa. Per la prima volta nelle foto che si sono portati dietro.”

12. Saraceno C. Colpire i bambini per punire i genitori. Saluteinternazionale, 24 aprile 2023. https://www.saluteinterna zionale.info/2023/04/colpire-i-bambini-per-punire-i-genitori/

13. Roccella E. Una famiglia radicale. Soveria Mannelli (CZ): Rubbettino, 2023.

14. Benelli E, Bonati M. Fecondazione assistita, maternità surrogata, famiglie omogenitoriali: ma cosa c’è di male? Ma cosa c’è di strano! Scienzainrete, 28 aprile 2023. https://www.scienzainrete.it/articolo/fecondazione-assistita-maternit% C3%A0-surrogata-famiglie-omoge nitoriali-ma-cosa-c-di-male-ma

15. Con i bambini. Dopo la pandemia, un minore su 7 si trova in povertà assoluta. 10 maggio 2022. https://www.conibambini.org/osservatorio/dopo-la-pandemia-un-minore-su-7-si-trova-in-poverta-assoluta/