Pay back fuori controllo

Antonio Addis

Dipartimento di Epidemiologia, Regione Lazio

a.addis@deplazio.it

In ambito sanitario il termine pay back indica, genericamente, la restituzione finanziaria di una parte degli importi percepiti da parte dei fornitori di tecnologie sanitarie ai sistemi sanitari1. I criteri che regolano queste procedure in ambito farmaceutico sono diversi in quanto fanno riferimento a normative che si sono succedute nel tempo. In generale, per i medicinali quando si parla di pay back ci si riferisce al ripiano dell’eccedenza della spesa farmaceutica da parte dei titolari dei singoli medicinali rimborsati da parte del SSN. Inizialmente questo meccanismo è stato introdotto per il ripiano della sola spesa farmaceutica territoriale e successivamente è stato esteso anche alla spesa farmaceutica ospedaliera e infine anche ai medicinali in classe A erogati in distribuzione diretta e per conto. Il meccanismo prevede che, in caso di superamento del tetto della spesa farmaceutica a livello nazionale, le aziende devono ripianare l’eccedenza tramite versamenti alle Regioni degli importi attribuiti da AIFA ad ogni singola azienda. Il meccanismo prevedeva inizialmente il ripiano della spesa da parte delle aziende farmaceutiche in misura proporzionale al loro contributo allo sfondamento del tetto sulla base di budget aziendali assegnati da AIFA. Oggi, il contributo di ciascuna azienda è calcolato da un sistema basato sulle quote di mercato. A questo tipo di pay back se ne aggiungono altri due che sono definiti sulla base del valore contrattato al momento dell’introduzione del nuovo medicinale nel prontuario farmaceutico nazionale: per farmaci erogati in regime di convenzionata (1,83%) e con riduzione di prezzo al pubblico negoziabile con l’azienda (5%).

Nel tempo questi strumenti di governo finanziario hanno reso possibile amministrare in modo ragionevole la spesa farmaceutica crescente senza per questo impedire di avere a disposizione uno dei Prontuari farmaceutici più generosi d’Europa. Al di là di quanto venga più volte lamentato da parte delle Aziende farmaceutiche si tratta di un approccio sperimentato in molti altri Paesi, indipendentemente dal tipo di sistema sanitario vigente, anche se in forme e con procedure differenti. Vi sono state nel tempo diverse contestazioni a questo tipo di intervento pubblico che però sono state ogni volta respinte, principalmente sulla base del principio che chi vende deve giustamente compartecipare al sostentamento di un mercato dove anche il principale acquirente (il pubblico) fa la sua parte. Infatti, in alcuni casi (per esempio con lo sforamento della spesa farmaceutica ospedaliera) le Regioni partecipano per quota parte a ripianare fino al 50% dell’eccesso di spesa.

La lettura del monitoraggio AIFA relativo ai consumi dei farmaci gennaio-settembre 2024 appena pubblicato con colpevole ritardo mostra però un elemento preoccupante. Le tipologie di differenti pay back di cui le amministrazioni regionali – o anche il singolo lettore – deve tener conto per arrivare a capire quale sia la spesa finale sono moltiplicate nel tempo. Nel rapporto insieme a quelle qui sopra presentate se ne contano almeno 8 differenti. Pay back relativi a tetti definiti per singoli prodotti, oppure per farmaci innovativi, altri legati a Management Entry Agreement o (questi ultimi nuovi di zecca dopo l’ultima legge finanziaria) specifici per farmaci che fino a ieri erano acquistati direttamente dalle strutture pubbliche e che ora si trovano direttamente in farmacia (retrocessione). Insomma, una babele di meccanismi indipendenti di restituzioni rispetto al previsto che ogni singolo fornitore da una parte e le amministrazioni regionali dall’altra, ossia chi vende e chi paga, dovranno seguire e correttamente mettere in fila. Le somme che ruotano intorno a queste procedure contano diverse centinaia di milioni di euro e, con tutti questi diversi meccanismi che incidono sulle somme finali, le amministrazioni pubbliche e private non avranno vita facile. È chiaro che tutto ciò non può coincidere con la promessa di semplificazione amministrativa dichiarata in tutte le sedi dai regolatori nazionali. Per arrivare alla cancellazione di uno strumento che fino a ieri è stato prezioso nel mantenere sotto controllo la spesa si sta cercando una soluzione che ha spesso ostacolato pratiche efficienti nell’amministrazione pubblica rendendole ingestibili.

1. Armeni P, et al. Il payback come misura di contenimento della spesa per farmaci e dispositivi medici In: Rapporto OASI 2023 Osservatorio sulle Aziende e sul Sistema sanitario Italiano CERGAS Bocconi 2023 EGEA ed.