Rivoluzioni americane


Robert F. Kennedy Jr. è riuscito in un’impresa meravigliosa: in poche settimane ha trasformato il Dipartimento della Salute americano in un reality show recitato a braccio. Appena alla guida (teorica) delle agenzie sanitarie, ha iniziato a far tremare la fragile alleanza che lo aveva trascinato dentro il governo, fatta di scettici dei vaccini, influencer del biohacking e gente convinta che i disturbi dello spettro autistico siano frutto di una cospirazione.

L’idea di partenza era audace, tipo “famo una rivoluzione francese ma con latte crudo”: rifondare la sanità a stelle e strisce, ribaltando l’establishment medico a colpi di ivermectina e diffidenza verso qualsiasi cosa finisca in “-cillina”. Ma provare a far coesistere un movimento new age con la macchina federale americana potrebbe essere più complicato di far svolgere una lezione di yoga durante un comizio MAGA: un disastro annunciato, ma con più incenso.

Alcune nomine ce le siamo già giocate nel giro di poco: un ex deputato scelto per dirigere i Centers for disease control and prevention e una commentatrice di Fox News promossa Surgeon General. Purtroppo per loro, esiste ancora internet, e qualcuno ha pensato bene di controllare il loro passato prima di affidar loro la salute pubblica. Poi, mentre in Texas il virus del morbillo stappa ancora bottiglie di cabernet sauvignon, è arrivata la nomina di Casey Means, star del wellness, al ruolo di capo esecutivo dello United States Public Health Service Commissioned Corps. Ironizzando sul cognome, qualcuno si è chiesto che significato abbia anche questa nomina, ma il paradosso è che le critiche più radicali giungono da chi sostiene che Casey non sia abbastanza devota alle dottrine kennediane più spinte, tipo “i vaccini causano tutto, tranne forse la pioggia”.

A peggiorare le cose, è arrivata Laura Loomer, attivista di estrema destra molto ascoltata da Trump, che ha attaccato Casey definendola su Twitter (pardon, X) una “woo woo woman” che parla con gli alberi e con gli spiriti del bosco (o qualcosa del genere: non siamo pratici di queste cose). Casey non ha risposto (forse stava prendendo un tè con un bonsai), ma ci ha pensato il fratello insinuando che Loomer sia una pedina dell’industria farmaceutica. Insomma, se continua così c’è il rischio di una nuova guerra civile americana tra influencer olistici e complottisti professionisti.




Kennedy, dal canto suo, ha difeso Casey con entusiasmo: secondo lui, il fatto che piaccia tanto alle “mamme MAHA” (una nuova sottocategoria sociologica a metà tra la casalinga di Facebook e l’adepta di Gwyneth Paltrow) la rende una minaccia per quei poteri forti che guadagnano quando la gente ha il raffreddore.

Nel frattempo, mentre molti tra gli alleati si insultano a vicenda su social vari, alcuni personaggi come Marty Makary e Vinay Prasad si guardano intorno smarriti come se avessero sbagliato festa. Ma la sensazione generale è che questa rivoluzione stia sempre più somigliando a una seduta di aromaterapia in mezzo a un incendio.

Ldf

luca.defiore@pensiero.it