Note stonate


Le note AIFA sono state spesso messe sotto accusa per limitare la libertà prescrittiva dei medici e per contribuire all’eccessivo carico burocratico nella pratica clinica. Tuttavia, ogni medicinale può avere più indicazioni terapeutiche, non tutte interamente supportate dallo stesso livello di prove di efficacia. È per tale motivo che quando il SSN decide di rimborsare un farmaco, si trova alle volte costretto a precisare l’ambito terapeutico o la specifica indicazione con una Nota. Storicamente le Note sono state uno strumento utile a rendere esplicite le prove di riferimento su cui sono state assunte le decisioni regolatorie. Inoltre, il semplice numero della nota sulla ricetta medica consente, a chi ne ha il compito, di monitorare l’uso dei farmaci assieme alle condizioni mediche e di verificare le attitudini prescrittive rispetto ad indicatori che possono essere costruiti in modo più adeguato. Secondo i dati OsMED del 2024 si tratta in ogni caso di strumenti che regolano nel complesso una spesa pari a 5,67 miliardi di euro, in aumento del 5,3% rispetto al 2023.

Nell’ambito di un dichiarato processo di semplificazione delle regole prescrittive stiamo oggi assistendo all’abolizione di diverse di queste Note. Ciò che però va preso in considerazione è che ogni volta che questo succede, senza che i farmaci contemplati dalla Nota vengano per intero esclusi dalla rimborsabilità, il riferimento per la prescrizione torna ad essere l’indicazione terapeutica descritta nella scheda tecnica di ogni singolo medicinale. Ad esempio, la Nota 8 – che include come unico principio attivo la levocarnitina – consentiva la prescrizione a carico del SSN, su diagnosi e piano terapeutico di strutture specialistiche, secondo modalità adottate dalle Regioni ed era limitata alla carenza di carnitina primaria o a quella secondaria al trattamento dialitico. L’eliminazione della nota consente oggi a tutti i medici di medicina generale di prescrivere il farmaco senza più il piano terapeutico. Nella Gazzetta Ufficiale si riportano ancora le limitazioni al rimborso della nota ma non essendoci più l’obbligo di annotare il numero 8 sulla ricetta, non sarà più possibile verificare e seguire l’appropriatezza prescrittiva della levocarnitina. Eppure, la stessa AIFA nel presentare questi nuovi provvedimenti ricorda che “le Regioni e le Aziende Sanitarie sono comunque tenute a verificare in ambito territoriale l’appropriatezza delle prescrizioni dei farmaci oggetto di questi provvedimenti”. In ogni caso sarà difficile immaginare che il prescrittore o lo stesso paziente tenga conto di limiti riportati in una Gazzetta Ufficiale.

La nota 8 – per continuare con questo esempio – è costata nel 2024 al SSN 1 milione di euro ma bisogna tener conto che la spesa privata per lo stesso è stato di 43,4 milioni di euro ed è uno dei primi 30 principi attivi dei farmaci con ricetta in Fascia C.

Insomma, questa semplificazione rischia di creare poca chiarezza su ciò che si può o non si può rimborsare e, per quanto si parli sempre di note, può finire in un intervento piuttosto stonato in termini di uso appropriato dei medicinali.





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Antonio Addis

Dipartimento di Epidemiologia, Regione Lazio

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