Storia collaterale


«Ieri ho visitato una bambina ucraina, una bella bambina grandi occhi azzurri, capelli biondi, dolce, di una simpatia accattivante, aveva due anni e qualche mese. Era accompagnata dalla nonna, badante di una nonna italiana, era stata morsa su una guancia da un insetto.
La nonna temeva che fosse stato un insetto incontrato nelle lunghe ore passate con la mamma nelle cantine, umide e puzzolenti trasformate in rifugi, per proteggersi dalle bombe russe, prima di riparare dalla nonna in Italia. Più probabilmente l’insetto era più nostrano, dato che la lesione era molto recente. Non riesco ad identificare l’insetto che ha morsicato la rosea guancia della bimba, probabilmente un ragnetto lombardo. Cerco di catturare la simpatia della bimba chiedendole il nome, la piccola con la sua vocina che non poteva che essere dolce e simpatica mi risponde “Masha”. La nonna con un po’ di irruenza la corregge “no Maria!” Rimango in silenzio per qualche secondo, stupito dalla reazione della nonna, poi sorrido a Maria dicendole “che bel nome”. Poi di nuovo in silenzio penso che Masha è il diminutivo di Maria, ma in russo e la reazione della nonna è stato solo il tentativo di allontanare la sua piccola da quell’inferno.



Oggi ho visitato un bimbo ucraino, un bel bambino, grandi occhi azzurri, di circa due anni appena fuggito dal Donbas. Da tre giorni aveva una diarrea e i volontari della Caritas lo hanno accompagnato nel mio ambulatorio, con la giovane mamma. Nessuno parlava ucraino ne un’altra lingua europea che potesse far da ponte, ma una miracolosa app ci ha salvato. Bastava inquadrare con il telefonino la pagina scritta in ucraino e come per magia appariva in lingua italiana. Il bimbo aveva una voluminosa documentazione, TAC, esami, lettere di dimissione, da cui si deduceva un importante percorso ospedaliero, apparentemente andato a buon fine. Il bimbo era agitatissimo, non si riusciva a staccarlo dalle braccia della mamma, quasi impossibile svestirlo e adagiarlo sul lettino per la visita. Una situazione che ho visto molte volte soprattutto nei bambini di questa età, a lungo ospedalizzati che ricordano che dopo i sorrisi e le carezze di infermiere e medici spesso arrivano dolorosi prelievi o iniezioni. C’è qualcos’altro che ha terrorizzato questo bambino, rendendolo ancora più fragile, più facile al terrore, gli scoppi assordanti delle bombe, mi dice una volontaria della Caritas e la mamma a gesti conferma. Non oso chiedere di più, non voglio conoscere, non voglio immaginare; il terrore del piccolo è sufficiente a stringermi lo stomaco come in una morsa. Ancora una volta il telefonino ci viene in aiuto, la mamma mostra al piccolo un cartone animato molto conosciuto e apprezzato anche in Italia: Masha e Orso. Dopo pochi secondi della musichetta accattivante, del viso dolce di Masha e dello sguardo benevolo di Orso il bimbo si calma. Sorride poi ride, si lascia svestire, si mette sul lettino e si lascia visitare senza un pianto, salvo quando, con un po’ di decisione devo controllargli la gola con un abbassalingua. Appena riconosco il cartone mi viene spontaneo pensare: ma Masha e l’Orso è un cartoon russo! Un altro paradosso di questa guerra, un cartoon russo che tranquillizza un bimbo ucraino appena fuggito e scampato dalle bombe russe. Non dico nulla alla mamma. Non so perché, ma sono contento. Forse perché sono riuscito a visitare il bimbo, perché non ho rilevato alcuna patologia grave, perché ho visto prima il terrore poi il sorriso del bimbo o perché mi ricordavo di quando guardavo Masha e Orso con i miei nipoti e ridevamo insieme. Non voglio scrivere della miseria, della fame, della mancanza di cure e delle guerre che ho visto in molte parti del mondo e che ogni giorno, uccidono i bambini Non voglio scrivere della guerra, lo fanno già in tanti, molto più bravi di me, ma non voglio, non voglio, non voglio che muoiano i bambini.


Rossano M. Rezzonico

Specialista in Pediatria, Neonatologia,
Malattie dell’apparato respiratorio
Già Direttore della SSD di Neonatologia
e Terapia Intensiva Neonatale Ospedale di Rho

rossano.rezzonico@libero.it