SPORTELLO VACCINALE


1.
Identità di genere

Nell’ambulatorio del CV è presente un giovane collega, laureato nel 2020 e in servizio presso un hub Covid-19, assunto con un contratto a termine sulla base del decreto Arcuri. Per sopperire alla cronica carenza di personale è stato assegnato per qualche giorno al CV. L’infermiera presente con lui proviene invece dal servizio di riabilitazione e aveva chiesto il trasferimento circa un anno fa. La seduta prevista è quella dei 16enni. La mamma della ragazza che deve entrare aveva chiamato il giorno precedente per dire che ci sono dei problemi e che dobbiamo chiamare “Marco” la figlia, ma la collega che ha ricevuto la telefonata oggi è assente, e non ha lasciato informazioni. L’infermiera esce e chiama Aurora. Entrano un ragazzo in tenuta da basket e la mamma. L’infermiera pensa si sia trattato di un errore di chiamata, ripetono nome e cognome e data di nascita.

Infermiera: Mi scusi, ma c’era prima Aurora.

La mamma è un po’ in difficoltà perché nonostante il preavviso non è stata passata l’informazione agli operatori la sua richiesta.

Mamma: Sì effettivamente sarebbe Aurora, ma preferisce che lo chiamiate Marco.

A un primo sguardo effettivamente è un ragazzo, non ha proprio nulla di femminile. Si crea una situazione di imbarazzo generale, il giovane collega non dice nulla, l’infermiera guarda qua e là non sapendo come comportarsi. Marco tace e guarda per terra, cupo. Viene proposta la vaccinazione ed eseguita. Nessuno ha aggiunto nulla, o semplicemente chiesto a Marco come stava. Chiusa la porta, medico e infermiera si chiedono come sarebbe andata se ci fosse stato un collega più esperto o un’infermiera abituata a trattare con i ragazzi. Se altri sarebbero riusciti ad andare al di là della sola prestazione. Portano con sé una delusione che, il giorno successivo, condividono con noi “vecchi del mestiere” e un po’ tutti insieme ci chiediamo il senso di una gestione così approssimativa del nostro servizio. La scelta di recuperare chiunque dia disponibilità a lavorare, senza un minimo di formazione per entrare in contatto con famiglie, bambini e adolescenti, sarà per forza di cose il prossimo futuro? Il giovane collega è in attesa di fare il concorso per la scuola di specializzazione e amerebbe entrare in gastroenterologia. Tra due giorni se ne andrà. Chissà chi sarà il prossimo.


2.
Nicolò

Arriva la mamma di Nicolò che ha chiesto di pianificare le vaccinazioni del figlio. Una nota sul pc dice che era stato sospeso il ciclo vaccinale per patologia.

Entra in ambulatorio con un fascicolo corposo di quelli che fanno paura quando hai 10 minuti di tempo tra un bambino e l’altro. Fortunatamente è l’ultima seduta della mattina.

► Buongiorno mamma si accomodi e mi racconti la storia di Nicolò, come mai ha sospeso le vaccinazioni. Stia tranquilla che oggi posso! Le dedico tutto il tempo che serve, poiché non ci sono altri bambini in nota.

► Purtroppo il mio bambino ha un retinoblastoma bilaterale… da quando è scoppiata la bomba della diagnosi la vita della nostra famiglia si è complicata. Mi scusi, ma delle vaccinazioni ci siamo proprio dimenticati.

► Non si scusi, la capisco e mi immagino! Mi racconti, mi interessa sapere come l’avete scoperto. Oltretutto, se ha fatto chemioterapia, alcuni vaccini non avrebbe comunque potuto farli.

► Guardando le foto ho notato un riflesso giallastro nelle pupille di Nicolò, aveva circa 7 mesi di vita. Era stato controllato alla nascita e tutto risultava normale. Comunque la pediatra ci ha consigliato un controllo oculistico e in ospedale, immediatamente dopo averlo visitato, ci hanno parlato di problema serio e inviato d’urgenza al centro italiano di eccellenza per il retinoblastoma, il policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena. Così abbiamo scoperto una malattia mai sentita e letto subito su internet tutto il brutto che c’era da sapere. Là sono stati bravissimi, hanno iniziato subito la chemioterapia, che devo dire è stata tollerata molto bene. Purtroppo abbiamo avuto 3 riprese di malattia, ho lasciato il mio lavoro perché i ritmi delle cure erano serrati.

Leggo tutto qui nelle varie dimissioni da Siena, ma vedo che ci sono anche delle prescrizioni di un centro specialistico di Losanna.

► La cosa che ci terrorizzava, e ancora adesso non è detto sia scongiurata, è la necessità di enucleare il bulbo oculare. Abbiamo letto di tutto in rete e scoperto che, escludendo gli Stati Uniti, anche Parigi e Losanna erano dei punti di riferimento per il retinoblastoma. D’accordo con Siena abbiamo deciso di sentire un parere presso l’ospedale oftalmico Jules-Gonin di Losanna. Lì ci hanno proposto, a supporto delle terapie già fatte, una radioterapia localizzata.

Vedo qui che si è trattato di brachiterapia con rutenio, dovrò cercare informazioni al riguardo e me lo segno.

► Ma adesso come sta Nicolò?

► Non mi posso lamentare, pur nella riduzione grave della vista, frequenta la scuola dell’infanzia ed è molto autonomo. In casa si muove da solo senza problemi, a scuola ha un insegnante di sostegno con cui va molto d’accordo. È in grado di disegnare e scrivere e gioca volentieri con i compagni

► Quindi è un bambino sereno e felice. Sarò contenta di conoscerlo.

► Se vuole le mostro una foto.

► Molto volentieri, vediamo.

Effettivamente Nicolò è proprio un bel bambino, se non fosse per una microftalmia all’occhio più compromesso, quasi non si noterebbe granché.

► Veniamo alle sue vaccinazioni. Quindi dalla diagnosi ai 7 mesi non ha più fatto nulla. Adesso, che ha 3 anni e mezzo, programmiamo un recupero e le dò tutti gli appuntamenti, approfondendo le informazioni sui vaccini vivi attenuati per capire se è il momento giusto per somministrarli.
La domanda che mi pongo è questa: la brachiterapia con rutenio controindica i vaccini vivi? Se le dicessi adesso cosa fare proprio non lo so, per fortuna ho buone amicizie nella radiologia di un istituto di ricerca. Se è d’accordo ci vediamo per il vaccino inattivato. Quel giorno le saprò dire il risultato della ricerca, con l’aiuto degli esperti.

► Grazie per il tempo che mi ha dedicato, mi ha fatto piacere poter raccontare di Nicolò e di noi… non è sempre così.

► Mamma la ammiro, non penso che io sarei altrettanto forte e coraggiosa. E questo, per un bambino, specie in certe situazioni delicate, le assicuro che fa la differenza.

► Allora a presto e grazie.

Il tempo della cura non passa solo attraverso un farmaco e quello della prevenzione attraverso un vaccino.